Congresso Eucaristico di Madrid del 1911, durante il pontificato di Pio X

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Congresso Eucaristico Madrid 1911

Il difficile scenario del Congresso

Il XXII Congresso Eucaristico Internazionale si tenne a Madrid dal 25 al 30 giugno 1911. Per una felice circostanza, il Sommo Pontefice era San Pio X, il “Papa dell'Eucaristia”. Meno di un anno prima egli aveva promulgato il decreto Quam singulari (8 agosto 1910) con il quale si stabiliva che i bambini celebrassero la Prima Comunione in “età della ragione”. Come si sa, prima d’allora, la ricezione dell’Eucaristia era ritardata fino all'adolescenza. Allo stesso modo, cinque anni prima, il Papa Sarto aveva emesso il decreto Sacra Tridentina Synodus (20 dicembre 1905) sulla comunione frequente aprendo così la mensa eucaristica al popolo di Dio. Così, il Congresso Eucaristico Internazionale di Madrid, si apriva sotto i migliori auspici.

Per presiederlo, Pio X nominò come Legato a latere il Cardinale francescano Gregorio Maria Aguirre García (1835-1913), Arcivescovo di Toledo, Primate di Spagna, Patriarca delle Indie Occidentali e senatore di diritto al Parlamento del Regno. Ricordiamo, per inciso, che il porporato era stato consacrato vescovo nel 1885 dall'allora nunzio in Spagna Mariano Rampolla del Tindaro, a cui, nel conclave del 1903, era stato impedito l’accesso al soglio pontificio per il veto dell'imperatore austro-ungarico. Il 23 Giugno 1911 il Cardinale legato fu solennemente ricevuto nella capitale spagnola, nonostante la freddezza del governo liberale di José Canalejas.

Si noti che i rapporti tra Chiesa e Stato non erano dei migliori. L'escalation anticlericale che si era scatenata in Spagna, in coincidenza con la crisi politica del XIX secolo (che si era manifestata con episodi violenti e drammatici come il massacri di frati e la confisca dei beni ecclesiali) era stata contenuta grazie al Concordato con la Santa Sede del 1851 e la Costituzione del 1876. Ma l'avversione per la Chiesa cattolica resisteva in ampi settori diispirazione rivoluzionaria e negli strati sociali più sensibili alla propaganda anti-cristiana. L'esempio della Francia con la legge di separazione tra Stato e Chiesa (legge Combes del 1905) superò i Pirenei e divenne parte del programma liberale. Solo pochi mesi prima del Congresso Eucaristico, il primo ministro Canalejas aveva promosso la cosiddetta “legge lucchetto” (27 dicembre 1910), che vietava lo stabilimento nuovi ordini e congregazioni cattoliche, senza previa approvazione del governo, in attesa di una nuova “legge delle associazioni” il cui progetto fu presentato al Parlamento l'8 maggio 1911.

Questo scenario ci permette di capire l'atmosfera contraddittoria in cui fu celebrato il Congresso: da una parte l'entusiasmo dei fedeli e visitatori stranieri insieme con parte del mondo politico e sociale spagnolo, dall'altra la freddezza delle istituzioni, la stessa freddezza che le relazioni tra la Spagna e la Santa Sede. Lo stesso re Alfonso XIII, cattolico convinto, fu in qualche modo confinato nella residenza estiva di La Granja affinché non partecipasse alla inaugurazione della manifestazione religiosa.

Il Congresso Eucaristico fu aperto domenica 25 giugno con il solenne pontificale officiato da don José María Salvador y Barrera, Vescovo di Madrid-Alcalá, alla presenza del Cardinale legato, nella cripta della Cattedrale della Almudena (allora in costruzione), dove la sera prima si era cantata la Salve Regina alla Vergine. Lo stesso giorno, nella chiesa di San Francisco el Grande, il Cardinale legato dichiarò aperto il Congresso a cui parteciparono più di un centinaio di vescovi, dodicimila sacerdoti e cinquantamila fedeli giunti da ogni parte della Spagna e dall’estero.

La Presidenza Generale del Congresso fu offerta alla Infanta Isabella, zia del re Alfonso XIII. I nomi più importanti della nobiltà e delle scienze erano stati posti a capo delle diverse commissioni. Così, per esempio, presidente della commissione che si occupava degli conferenze pubbliche era l’illustre filologo e giornalista Don Marcelino Menéndez y Pelayo. I lavori del Congresso si svolsero tra il 25 e il 30 giugno, con interventi su temi come la Presenza reale, l'Eucaristia come sacramento e sacrificio, il sacerdozio, teologia e storia, letteratura ed arte, associazioni sociali e opere di apostolato. Il resoconto di tutto il lavoro del Congresso fu consegnato a due volumi di “Atti” per un totale di millequattrocento pagine.

L’omaggio del popolo e della corte di Madrid

Giovedì 29 giugno si tenne la grande processione eucaristica, che, partendo dalla chiesa “de los Jeronimos”, percorse le vie principali di Madrid, ricoperte di tappeti floreali realizzati con tonnellate di petali giunte da Catalogna, Valencia e Murcia. Il Santissimo Sacramento brillava nella custodia monumentale preceduta da dodici turiferari e condottadai membri del corpo dei vigili del fuoco. Il Cardinal legato seguiva il Santissimo, sotto il baldacchino, fiancheggiato dal vescovo Heylen, presidente del Comitato permanente per i Congressi, e dall’Arcivescovo di Madrid-Alcal.

Il passaggio del Santissimo Sacramento venne salutato da salve di artiglieria in vari punti chiave del percorso. Parteciparono all’impressionante processione tutti i prelati che partecipavano al Congresso, ottomila sacerdoti, duemila terziari, diecimila adoratori notturni, insieme con una folla enorme di persone ferventi. Emilie Tamisier, che aveva avuto l’idea dei Congressi Eucaristici si sarebbe meravigliata di uno spettacolo così maestoso che superava tutte le sue aspettative, ma eramorta l'anno precedente. Al suo posto parteciparono alcuni membri della sua famiglia.

Il governo spagnolo, anche se poco incline a pubbliche manifestazioni religiose, si era reso presente attraverso i suoi vari organi: Corpi Legislativi, Tribunali, Capitani Generali e Pubblica Amministrazione. Tutto il consiglio comunale della città di Madrid, partecipò alla processione con il suo gonfalone. Il partito conservatore, con il suo presidente Eduardo Dato, partecipò massicciamente. La processione fu ricevuta in Piazza dell’Armeria, di fronte al Palazzo Reale, dalla Famiglia reale al completo (il primo ministro non aveva potuto impedire il suo rientro da La Granja) accompagnata dal Governo. Il re Alfonso XIII, la regina doña Victoria Eugenia e la regina madre Maria Cristina, erano in attesa alla porta principale del Palazzo Reale. Dietro di loro c'erano le infante doña Isabel, Maria Teresa, Luisa d'Orléans, e l'infante don Carlos di Borbone, Ferdinando di Baviera, e il nunzio apostolico in Spagna. Dopo essersi inginocchiata davanti al Santissimo Sacramento, la corte lo accompagnò nella sala del trono.

Lì, il cappellano reale, in nome del re recitò l'atto di consacrazione della Spagna: «Sovrano Signore, vivo e presente nel Santissimo Sacramento dell'Eucaristia, il Re dei re e Signore dei signori: davanti al vostro augusto trono di grazia e di misericordia, la Spagna intera, vostra figlia amata, si prostra. Noi siamo il vostro popolo. Che il vostro Regno duri per sempre, nei secoli dei secoli. Amen».

Poi il Cardinale Legato, dal balcone del Palazzo Reale benedì con il Santissimo Sacramento l’immensa folla, accompagnato dal suono Marcia Reale, dal fragore delle trombe dei corpi di cavalleria, da salve di cannone da acclamazioni di migliaia di fedeli.

Il giorno seguente, venerdì 30 giugno, fu organizzata una escursione a Toledo a cui parteciparono più di sette mila congressisti. Nella cattedrale primaziale di Spagna assisterono alla celebrazione di un pontificale in rito mozarabico e successivamente ricevettero l'ospitalità delle autorità e degli abitanti della città imperiale di cui visitarono poi i più importanti monumenti. Il Cardinale Legato offrì ai prelati un banchetto nel suo palazzo.

Sabato 1 luglio si tenne una solenne e straordinaria nella Basilica di San Lorenzo all’Escorial. Presieduta dal Cardinale Aguirre che sedeva nel presbiterio, iniziò alle dieci di sera e continuò fino alle tre del mattino di domenica 2 luglio, con la Messa e la Comunione generale cui partecipò la regina Victoria Eugenia giunta qui espressamente da La Granja.

Alle quattro ebbe inizio la processione delle diverse associazioni dell’Adorazione notturna che percorse La Lonja de El Escorial, onorando il Santissimo Sacramento portato dal Cardinale Aguirre. Al termine di questa processione durata quasi tre ore, da un altare improvvisato e circondato di fiori e di candele, il Legato papale diede la benedizione con l’ostensorio. Questo atto segnò la conclusione delXXII Congresso Eucaristico Internazionale a Madrid.

Come coronamento dello stesso, il 7 luglio si realizzò un pellegrinaggio a Villarreal in Castellon per visitare la tomba di san Pasquale Baylon, patrono dei Congressi Eucaristici, venerata nella Cappella Reale del Convento delle Clarisse.

L’amore della Spagna verso l’Eucaristia

Qualche giorno dopo, il 10 luglio, il Papa Pio X scrisse: «Sembra che la Spagna cattolica abbia voluto dimostrare, prendendo a testimoni illustri uomini procedenti da tutto il mondo, che nell'amore di Gesù Cristoe all'Eucaristia, essa mantiene il primo posto. E ciò fu chiaramente dimostrato dalla moltitudine di persone di tutte le condizioni che, seguendo l'esempio del Re cattolico, hanno dato pubblicamente chiara prova della loro pietà. Ci rallegriamo anche del fatto che, come insigne frutto del Congresso, sia stata celebrata una solenne veglia per gli adoratori notturni nel tempio dell’Escorial, senza dimenticare che anche in questa occasione la Famiglia Reale ha dato ulteriore prova della sua pietà».

Da queste parole si capisce bene come il congresso di Madrid abbia prodotto una profonda impressione sul Papa che lo ricordava anche nell’allocuzione concistoriale del 27 novembre davanti al Sacro Collegio, lodando la celebrazione che «nel suo splendore è stata ben degna dei precedenti incontri diLondra, Colonia e Montreal», e durante la quale «tutta la nazione spagnola, a tutti i livelli della società civile, dal più piccolo al più grande e fino al re cattolico ed all’augusta casa regnante, si è prostrata ai piedi di Gesù Cristo». Inoltre va ricordato che in quest’occasione Sua Santitàcreò due nuovi cardinali spagnoli: José María Cos y Macho, arcivescovo di Valladolid, e Don Enrique Almaraz e Santos, Arcivescovo di Siviglia, così come il nunzio apostolico in Spagna, Mons. Antonio Vico.

Un ricordo perenne del Congresso Eucaristico è costituito dal celebre inno ufficiale intitolato “Cantemos al Amor de los amores”. Scritto da un padre agostiniano dell’Escorial e musicato dal maestro Ignacio Guardando Sagastizábal, organista di San Francisco el Grande a Madrid, l’inno aveva vinto il concorso organizzato dalla commissione presieduta da Menéndez y Pelayo. In Spagna si continua a cantarlo ancora oggi con la stessa emozione con cui fu eseguito durante la grande processione eucaristica del 29 giugno 1911.

In breve:


Fonte: Congressi Eucaristici