Pio X e l’anonimato ecclesiastico dei segretari particolari

Opinioni & Notizie su Pio X

 

 

Giuseppe Sarto,  Pio X, con sacerdotiPio X con due sacerdoti, presumibilmente suoi segretariIn una storia comparata con gli altri pontificati, risalta l’originalità del ministero di papa Sarto

Il centenario della morte di Pio X non è soltanto l’occasione di eventi celebrativi, ma anche di convegni, conferenze, ricerche e pubblicazioni che offrono ulteriori apporti alla comprensione di papa Sarto. In ciò importante è – pur considerando i diversi contesti storici – la comparazione con quanto avvenuto con altri pontificati in modo da cogliere ciò che è comune e quindi anche l’originalità di ciascuno. Così ad esempio interessante è studiare e comparare il ruolo che i segretari personali dei pontefici ebbero nella trasmissione del ricordo di un determinato papa, ossia la costruzione della memoria.

Similmente, e in parte connesso con il suddetto argomento della narrazione della santità papale, risulta significativo cogliere il prosieguo della vita di coloro che furono più vicini al pontefice defunto. Così Giacomo Dalla Chiesa ebbe come segretario particolare Giuseppe Migone che lo accompagnò anche quando fu eletto papa con il nome di Benedetto XV; dieci anni dopo la morte del papa Migone sarà eletto vescovo. Carlo Confalonieri, assunto nel 1921 come segretario particolare da Achille Ratti, arcivescovo di Milano e poi papa con il nome di Pio XI, due anni dopo la morte di quest’ultimo nel 1941 fu consacrato arcivescovo dell’Aquila da Pio XII e creato cardinale da Giovanni XXIII.

Il gesuita Robert Leiber, segretario particolare di Eugenio Pacelli fin da quando era nunzio in Germania, alla morte di Pio XII, anche a motivo della salute precaria non accolse l’invito di continuare a lavorare perla SantaSederivoltogli da Giovanni XXIII. Il segretario di questi, Loris Francesco Capovilla che gli fu accanto sia nel periodo in cui fu patriarca di Venezia sia da pontefice, nel 1967 è eletto vescovo e nel 2014 creato cardinale da papa Francesco.

Pasquale Macchi, dal 1954 segretario personale di Giovanni Battista Montini, arcivescovo di Milano e poi pontefice con il nome di Paolo VI, alla morte di costui il 6 agosto 1978 fece ritorno nella diocesi ambrosiana, ma dopo dieci anni nel 1989 Giovanni Paolo II lo consacrò arcivescovo di Loreto. Il segretario particolare di Giovanni Paolo I, Diego Lorenzi, che oltre ai tre mesi di pontificato gli fu accanto già dal 1976, ossia negli ultimi due anni in cui il cardinal Luciani era patriarca di Venezia, alla morte precoce del pontefice quasi scompare nell’anonimato; in parte ciò è comprensibile anche vista la brevità del pontificato.

Stanisław Dziwisz, fu segretario personale di Karol Wojtyła  dal 1963, quando era ancora vescovo ausiliare di Cracovia, fino alla sua morte il 2 aprile 2005. Fu lo stesso Giovanni Paolo II a nominarlo e consacrarlo vescovo nel 1998, mentre il 3 giugno 2005 divenne arcivescovo di Cracovia e immediatamente creato cardinale da Benedetto XVI nel 2006. Quasi sulle orme di papa Wojtyła, Benedetto XVI un mese prima di dare le dimissioni l’11 febbraio 2013, elesse e consacrò vescovo il proprio segretario personale, Georg Gänswein.

Considerando tutte queste carriere ecclesiastiche dei segretari dei pontefici risalta particolarmente l’originalità del caso di Pio X i cui segretari furono “cinque sacerdoti che lavoravano a tempo pieno e che dopo la morte del pontefice rientrarono nell’anonimato ecclesiastico, senza che nessuno venisse elevato all’episcopato (Attilio Bianchi nel 1917 si ritirerà addirittura a Camaldoli, conducendovi vita da eremita)”. (G. Romanato, Pio X. Alle origini del cattolicesimno contemporaneo, Lindau, Torino 2014, p. 398).

 

 


Fonte: Pietro Messa in Zenit.org

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