L’amore di Giuseppe Sarto per il Papa

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L'amore del Cardinale Giuseppe Sarto per il Papa

Il 27 Aprile 1896, il Cardinale di Venezia Giuseppe Sarto, infiammato sempre di amore eucaristico e di affetto venerato per il Papa, ricorda alla diocesi il 75° anno dalla prima comunione di Leone XIII.

“L’amore, che è sapientemente industrioso – scriveva l’Eminentissimo – cerca sempre nuovi modi per manifestarsi e profitta di tutte le circostanze per dare alle persone dilette le prove della sua tenerezza; ora, non potendovi essere dopo Dio chi meriti il nostro amore più di Colui che è depositario della divina autorità e pieno della carità di Gesù Cristo, quanti sono cattolici approfittano di tutte le occasioni per dimostrargli la loro venerazione e corrispondere al suo affetto”.

Ricorda quindi la data della prima Comunione di Papa Leone; esorta i parroci di apparecchiare i giovanetti alla prima Comunione con l’intendimento di solennizzare tale avvenimento del grande Pontefice, esclamando “oh! Che dolce violenza non faranno al Cuore di Gesù quelle voci infantili, per supplicare che sia loro conservato per lunghi anni il Santo Vegliardo”.

Ed insieme ai giovanetti incita anche gli adulti ad accostarsi, con la stessa intenzione, ai SS.mi Sacramenti della penitenza e dell’Eucarestia, per unirsi in ispirito a Papa Leone, del quale prosegue nella lettera, tesse il più alto elogio, invita alla più filiale obbedienza ai suoi ordini, alle sue iniziative, ai suoi desideri (dalla biografia di Mons. A. Marchesan).

L’amore profondo del Cardinale Sarto per il Papa, anche in questa circostanza splendette di luce propria, come in qualsiasi altra occasione: “amate il Papa, seguite il Papa, riverite la sua autorità, ascoltate la sua parola, perché a questo patto soltanto potrete assicurarvi il tesoro di quella promessa di Gesù Cristo – chiunque mi confesserà in presenza degli uomini, io lo confesserò al cospetto del Padre mio celeste” (Marchesan o.c.).

Egli, con sensibilità di cuore, con acuta percezione della intelligenza, sapeva valutare la missione divina del Papa, la sua ispirazione celeste, la sua opera provvidenziale, la sua parola illuminata, le pene ed i dolori del suo spirito contristato dai figli, la necessità impellente di contrapporvi preghiere ed amore, obbedienza ed ammirazione devota; il Cardinale Sarto, anche Vescovo, anche semplice parroco, era un’anima «papale» e ciò spiega le «calde lagrime, le insistenze, le invocazioni» per allontanare da sé la croce di quella suprema universale missione, di cui Egli intuiva, conosceva, valutava tutto il peso spirituale e morale, attraverso l’amore al Papa.

 

 

 


Fonte: b.p. su Ignis Ardens di Gennaio-Febbraio 1966