Francesco il Papa catechista ... sulla scia di Pio X

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Prima comunione a Rakovski Bulgaria

La Messa delle Prime Comunioni a Rakovski rappresenta un fatto eccezionale nella storia dei viaggi papali. Francesco, nonostante fosse stato inizialmente previsto diversamente, ha deciso all’ultimo di distribuire personalmente l’Eucarestia sotto le due specie ai 245 bambini provenienti dalle tre diocesi della Bulgaria.


È la più grande liturgia delle prime Comunioni celebrata dal Papa e per Francesco uno strappo alla regola del suo pontificato, dato che normalmente si limita a comunicare i diaconi sull’altare ma non distribuisce l’Eucaristia ai fedeli se non in rarissime occasioni. In pratica, tutti i bambini bulgari che quest’anno hanno fatto la Prima Comunione, l’hanno ricevuta dal Vescovo di Roma.


Sono i momenti nei quali il Papa è più a suo agio, quando può fare il pastore e celebrare i sacramenti per il popolo di Dio.


Sulla scia di un altro Papa pastore, San Pio X, che volle abbassare l’età della Prima Comunione desideroso di donare quanto prima la grazia sacramentale ad ogni piccolo cristiano: l’unico requisito era che fosse in grado di distinguere la differenza tra il Pane eucaristico e il pane che consumiamo sulle nostre tavole quotidianamente. Un’apertura che confidava in modo particolare sull’azione della grazia, e dunque sull’azione di Dio attraverso il sacramento, più che sulla preparazione dei comunicandi. Uno sguardo di fiducia che talvolta rischia di essere dimenticato.


Nel giugno 2016
, Francesco, ricevendo un gruppo di piccoli disabili, aveva detto: «Quando, più di cento anni fa, il Papa Pio X ha detto che si doveva dare la Comunione ai bambini, tanti si sono scandalizzati. “Quel bambino non capisce, è diverso, non capisce bene...”. Date la comunione ai bambini ha detto il Papa e ha fatto di una diversità una uguaglianza perché lui sapeva che il bambino capisce in un altro modo».


Era contento, il Papa, nella chiesa di Rakovski inondata dal sole e alla fine della Messa anche da una cascata di petali bianchi e gialli. E lo si è visto nel dialogo fuori programma che ha voluto intavolare con i bambini, per spiegare a ognuno di loro qual è la nostra carta identità: «Dio è nostro Padre, Gesù è nostro Fratello, la Chiesa è la nostra famiglia, noi siamo fratelli, la nostra legge è l’amore». E il nostro «cognome» è «Cristiani».

 

 

 


Fonte: Andrea Tornielli in Vatican News

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