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Benedetto XVI: «Siate fermi nella fede!»

Benedetto XVI

Benedetto XVI è stato eletto nel 2005 e ha scritto l'ultimo testamento nel 2006, un'usanza per quelli eletti al trono di San Pietro. L'ultima parte di quel testamento contiene un atto intenso di vigilanza per tutti gli uomini di buona volontà a causa di ciò che dice:

"Stai fermo nella fede! Non lasciarti confondere! Spesso sembra che la scienza - le scienze naturali da un lato e la ricerca storica (in particolare l'esegesi della Sacra Scrittura) dall'altro - sia in grado di offrire risultati inconfutabili in contrasto con la fede cattolica. Da molto tempo vivo le trasformazioni delle scienze naturali e sono stato in grado di vedere come, al contrario, siano svanite certezze apparenti contro la fede, dimostrando di non essere scienza, ma interpretazioni filosofiche che solo apparentemente sono pertinenti alla scienza".


Anche se sarebbe morto solo dopo 16 anni, stava scrivendo quelle parole in vista della sua morte, dando letteralmente un colpo di commiato ai falsi dei di questo mondo. Comprendeva chiaramente che questi falsi dei esistono per una, e una sola, ragione: ribaltare e sradicare la fede cattolica.


Nelle sue ultime parole ufficiali, egli fa eco ai pensieri di Papa San Pio X nella sua enciclica di riferimento Pascendi Domini Gregis (in latino 'alimentare il gregge del Signore'), scritto quasi 100 anni prima.

Entrambi gli uomini hanno approfondito molto gli attacchi alla Sacra Scrittura che pretendevano di essere ricerca storica o esegesi biblica. Un esempio è l'analisi che Gesù non sapeva chi fosse o che capisse la sua missione, entrambi punti fortemente accennati da p. James Martin e da molti altri Giuda presenti nella chiesa.


Per la cosiddetta scienza, confutare le Scritture è uno stratagemma dei modernisti massoni da 300 anni. Eppure la verità delle Scritture rimane non offuscata, nonostante le loro agitazioni e la guerra contro di essa.


I massoni, i modernisti e i marxisti attaccano le Scritture così violentemente perché sanno che emergono dalla pratica vissuta dei cattolici del I° secolo. Era quella parte della tradizione ad essere scritta, ma non è la totalità della fede cattolica.


Dopotutto, non c'era alcun canone concordato delle Scritture (ciò che oggi chiamiamo Bibbia) fino a quando il Papa Damaso I ha risolto la questione nell'anno 405 (ndt.: forse l'autore intende il 382 al Concilio di Roma, perché in realtà Damaso I è morto nel 384). Egli ha quindi assegnato a San Girolamo il compito di tradurre le Scritture dal greco al latino, un compito adempiuto nella caverna di Betlemme.


Fu San Girolamo a dire che "l'ignoranza delle Scritture è l'ignoranza di Cristo" e quella divenne una strategia per i nemici della chiesa. Se si riuscisse a minare le Scritture, ragionavano, allora si potrebbe abbattere la chiesa.


Hanno capito la connessione tra la Chiesa e le Scritture: che le parole della Bibbia sono la stessa della Chiesa, respirate sulle pergamene della storia. Se potevano seminare dubbi su di loro, potevano creare confusione sulla chiesa stessa nelle menti di molti. Quindi da quasi 200 anni, questo è quello che fanno e, potremmo aggiungere, non senza un grande successo nel percorso.


Questo è il motivo per cui la chiamata finale di Papa Benedetto XVI a noi è di "state fermi nella fede! Non lasciatevi confondere!". E continua concludendo che "Gesù Cristo è veramente la via, la verità e la vita - e la chiesa, con tutte le sue inadeguatezze, è veramente il Suo corpo".


E su questo punto del corpo di Cristo, ricorda le sofferenze che Egli ha sopportato nel Suo corpo mentre era ancora sulla terra. Ha scelto di sottoporsi a fame, freddo, privazione, sete, calore, dolore e, infine, alle torture della morte.


Ma perché Egli li ha scelti non erano meno reali. In effetti, poiché il Suo corpo umano nella sua forma naturale era perfetto, vivificato come lo era dalla Sua divinità, tutto ciò sarebbe stato molto più angosciante per Lui di noi semplici mortali.


In questi tempi preoccupanti nella chiesa e, di conseguenza, nel mondo, Benedetto XVI indica la realtà infinita che anche "con tutte le sue inadeguatezze, [la Chiesa] è veramente il Suo corpo".


Proprio come il Suo corpo umano era inchiodato senza vita alla croce - la carne strappata, l'acqua e il sangue drenati - sotto l'orrore, non un solo osso di quel corpo era stato rotto. La Chiesa rimane divina nonostante il male umano sia presente in essa.


La Chiesa rimane il Suo corpo finché Lui Stesso non calerà il sipario sulla storia umana; le porte dell'inferno non prevarranno contro di essa. E mentre Lui si allontanava dalla visione diretta degli uomini alla Sua ascensione, ha lasciato il Suo ultimo testamento: "Sarò con voi tutti i giorni, anche al compimento del mondo".


Questa è la realtà ultima del Dio a cui Benedetto XVI ci indirizza, aiutandoci a stare fermi nella fede contro gli attacchi dei falsi dei.


L'eterno riposo dona a lui, o Signore, e splenda a lui la luce perpetua. Riposi in pace. Amen.

 

 

 


Fonte: Michael Voris in Church Militant (> English text) - Traduzione di Franco Pellizzari.

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