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«Camminiamo insieme, con gioia e fiducia»: la lettera del Consiglio pastorale diocesano

Consiglio pastorale diocesanoLa Lettera che il Consiglio pastorale diocesano 
ha scritto ai Consigli pastorali parrocchiali e ai Consigli di Collaborazione pastorale è stata consegnata ad alcuni rappresentanti lunedì sera, durante la celebrazione di apertura dell’anno pastorale diocesano.

Ripercorrendo le tappe del Cammino Sinodale e ricordando il percorso che ci aspetta, il Consiglio invita a una rinnovata fiducia fiducia: “La necessità di realizzare qualche proposta concreta, non dovrà essere vissuta con la sola preoccupazione di dover inventare chissà che cosa, o di dover aggiungere qualche nuova iniziativa a quelle già esistenti – scrivono -. Non ignoriamo che si tratta di un passaggio impegnativo; ma potrebbe essere la grande occasione che ci è data in questo tempo, occasione da non perdere per “avviare dei processi” che trasformino progressivamente lo stile e il volto delle nostre comunità. Esse hanno le risorse per vivere con gioia questo cambio di passo. Assumendo sempre più questo stile, forse non solo progetteremo iniziative davvero “nuove”, ma rinnoveremo anzitutto noi stessi, divenendo più “adulti” nella fede. “Adulti” che, vivendo in modo consapevole e responsabile la loro condizione di discepoli di Gesù in ogni situazione di vita, possano essere testimoni significativi della bellezza della sequela del Signore e della capacità di viverla insieme, anche per le nuove generazioni. Di fronte a queste prospettive pure noi, membri del Consiglio Pastorale diocesano, sperimentiamo una certa inadeguatezza. Nel contempo percepiamo con gioia che lo Spirito del Signore sta aprendo davanti a noi una strada nuova. Consapevoli che è Lui a guidare la nostra Chiesa, vorremmo trasmettere questa gioia a voi giovani e adulti, presbiteri, diaconi, laici e consacrati, membri tutti dei Consigli Pastorali. A Lui affidiamo le nostre speranze e l’impegno di dare continuità al Cammino Sinodale, e anche le nostre incertezze, le nostre paure e preoccupazioni. A Lui – concludono – chiediamo infine il dono di vivere con gioiosa disponibilità i passi che ci attendono. Uniti nella fede e nel desiderio di conoscere e seguire il Signore, e di annunciarlo a tutti, vi auguriamo buon lavoro e vi salutiamo fraternamente”.

 

Questo il testo integrale della lettera:

 

 

Lettera del Consiglio Pastorale Diocesano
ai Consigli Pastorali Parrocchiali e ai Consigli di Collaborazione Pastorale


Carissimi sorelle e fratelli partecipi con noi del Cammino Sinodale,

vi raggiungiamo al termine di una tappa importante del nostro Cammino Sinodale nella quale i Consigli Pastorali Parrocchiali, e poi i Consigli di Collaborazione Pastorale, hanno operato un discernimento sulle tre scelte indicate dall’Assemblea Sinodale Diocesana. L’esito di questo percorso ha portato a decidere da quale scelta ogni parrocchia, con quelle della medesima Collaborazione, inizierà ad avviare un processo di rinnovamento verso un “nuovo stile di Chiesa”.

  1. Le risonanze raccolte dai Consigli, generalmente positive, ci incoraggiano a proseguire nel cammino. Il tratto fin qui percorso, che ha coinvolto direttamente tante persone, è stato un dono di cui essere grati al Signore.
    In questi mesi il nostro compito come Consiglio Pastorale Diocesano non è stato quello di discernere sulle tre scelte, ma di porre particolare attenzione al tema di fondo del Cammino Sinodale: conoscere Gesù per maturare una fede adulta.
  2. Alcuni interrogativi hanno guidato la nostra riflessione: Chi sono oggi gli adulti che incontriamo e di cui parliamo nei nostri documenti? Come percepiscono la relazione con il Signore Gesù? Quali tratti ha la loro fede, per quanto ci è dato di capire? Come si sentono coinvolti nella vita delle nostre comunità cristiane?
    Per rispondere a queste domande abbiamo prestato ascolto al vissuto di alcune “figure” di adulti “presenti” nelle nostre comunità: catechisti, operatori della carità, coppie di fidanzati che si preparano al matrimonio, genitori che chiedono il battesimo per i loro figli e coppie che li accompagnano nella preparazione. Le relazioni-testimonianze ascoltate ci hanno fatto intravedere alcuni aspetti del vissuto di fede degli adulti e ci hanno fatto percepire alcune domande, a volte implicite, che essi portano nel cuore.
  3. Desideriamo ora condividere con voi il frutto di questo nostro ascolto. Sono tre considerazioni, o tre attenzioni, che ci paiono utili per la fase che ci attende, in particolare quando ci si dovrà concretamente orientare a scelte che interessano l’agire pastorale per gli adulti e con gli adulti.

 

1. Una storia comune

  1. Nella Lettera pastorale Per una Chiesa in cammino il Vescovo Gianfranco Agostino ci ricordava che l’Assemblea Sinodale ha confermato «come prioritaria l’attenzione alla fede degli adulti». Osservava infatti che, «se questa diviene troppo debole, superficiale o rarefatta, anche la sua trasmissione ai più piccoli e ai più giovani si fa ardua e inefficace. Sono i credenti adulti i primi chiamati ad entrare in un processo di discernimento, purificazione e riforma» (n. 19).
    Ebbene, riflettendo sul “mondo degli adulti”, ci siamo detti, prima di tutto, qualcosa che forse non teniamo abbastanza presente, e cioè che di questo mondo degli adulti noi stessi facciamo parte! Il “mondo degli adulti” è il nostro mondo, e quello che diciamo di loro riguarda anche noi stessi, secondo le vocazioni di vita a cui siamo chiamati.
  2. Quando, per esempio, parliamo di fede degli adulti, della loro testimonianza, o della fatica di molti a credere e a farsi coinvolgere nella vita della comunità; quando osserviamo in loro la difficoltà a ricomporre la frenesia della vita con uno stile di condivisione che chiede tempo e gratuità; quando giudichiamo le infedeltà o assistiamo ad un vivere che sembra scorrere senza porsi il problema della presenza di Gesù nella storia: ebbene, in tutto ciò stiamo parlando anche di noi.
    Non c’è un “noi” e “gli altri”: noi credenti robusti e gli altri credenti fragili, noi evangelizzati e gli altri da evangelizzare. Anche noi, maggiormente coinvolti nella vita della comunità cristiana, sperimentiamo talvolta la solitudine, momenti di aridità spirituale e di “silenzio di Dio”, in cui le motivazioni si indeboliscono.
    Dunque le tante storie, le tante esperienze positive e problematiche, le tante vite a volte complicate sono pure le nostre storie, le nostre esperienze, le nostre complicazioni.
  3. Quando dunque pensiamo agli “adulti”, e alle iniziative per la fede degli adulti, riconosciamo che siamo tutti coinvolti, preti, diaconi, laici e consacrati. Tutti chiamati insieme a restare in cammino per scoprire la bellezza della presenza di Gesù nella nostra storia personale e nella storia di questo nostro tempo, esperienza mai giunta a piena maturità.

 

2. Essere accoglienti per far crescere relazioni autentiche

  1. Riflettendo sulle tante iniziative che nelle nostre diverse comunità vengono messe in atto per promuovere e alimentare una fede adulta, e tenendo conto delle esperienze di chi incontra concretamente gli adulti, ci siamo resi conto che le persone chiedono in primo luogo relazioni vere. Apprezzano certo la promozione di numerose iniziative, ma si attendono anche che, dentro la vita ordinaria della comunità, si sia in grado di esprimere e offrire legami significativi.
    È lo stesso essere discepoli di Gesù che ci impegna a qualificare le nostre relazioni alla luce del Vangelo.
  2. Le richieste alla comunità cristiana sono varie: ci sono persone che chiedono e cercano per sé percorsi strutturati e profondi; altre si accontentano di un contatto episodico con la comunità, senza coinvolgersi più di tanto; altri domandano “servizi religiosi” secondo i loro criteri. Ciò mette in luce che non c’è un’unica via del “credere”, né vi sono tempi per la fede uguali per tutti; e non spetta certo a noi valutare ciò che sta realmente nel profondo del cuore dei nostri fratelli.
    Ci sembra che la complessità dell’esistenza (a livello familiare, sociale, lavorativo, culturale...) ci inviti ad essere sempre e comunque accoglienti, rispettosi, disponibili, tolleranti, in ascolto di tutti e capaci di intrecciare relazioni sincere.
  3. A volte constatiamo che ai nostri sforzi pastorali non corrisponde l’esito (anche numerico) che ci aspettavamo. Di qui il dubbio che le nostre comunità – e noi stessi – non siano attraenti e significative per tante persone che vivono nei nostri quartieri o paesi.
    È uno stato d’animo che non deve impedirci di continuare a credere che vale la pena tenere sempre la porta aperta, per far sì che tutti trovino luoghi accoglienti, segno- sacramento della ospitalità del Signore.
  4. Gli adulti – noi adulti! – ci aspettiamo questo: cristiani accoglienti in una Chiesa accogliente, in cui condividere relazioni gioiose e vere, perché vissute alla luce della presenza di Gesù. Un luogo in cui ci si “ospiti” reciprocamente per quello che si è, in cui le proposte non siano obbligatoriamente “standard”, uguali per tutti. Dunque una pastorale che tenga conto maggiormente della realtà delle persone, delle storie e delle loro sensibilità: una “pastorale dei volti”.

 

3. Camminare insieme, con gioia e fiducia

  1. Nel prossimo tratto di Cammino Sinodale ogni comunità cristiana della Diocesi è chiamata - a livello di Collaborazione Pastorale e di parrocchia - ad individuare alcune piste di lavoro per concretizzare una delle scelte. Se negli scorsi mesi i vari Consigli Pastorali hanno scoperto e gustato un nuovo modo di lavorare insieme, ci pare importante dare continuità, anche in questa fase, allo stile “sinodale” sperimentato nel cammino di discernimento comunitario. Sarebbe un bel passo nel cambiare il nostro modo di essere Chiesa.
    La necessità di realizzare qualche proposta concreta, non dovrà pertanto essere vissuta con la sola preoccupazione di dover inventare chissà che cosa, o di dover aggiungere qualche nuova iniziativa a quelle già esistenti. Non ignoriamo che si tratta di un passaggio impegnativo; ma potrebbe essere la grande occasione che ci è data in questo tempo, occasione da non perdere per “avviare dei processi” che trasformino progressivamente lo stile e il volto delle nostre comunità. Esse hanno le risorse per vivere con gioia questo cambio di passo.
  2. Assumendo sempre più questo stile, forse non solo progetteremo iniziative davvero “nuove”, ma rinnoveremo anzitutto noi stessi, divenendo più “adulti” nella fede. “Adulti” che, vivendo in modo consapevole e responsabile la loro condizione di discepoli di Gesù in ogni situazione di vita, possano essere testimoni significativi della bellezza della sequela del Signore e della capacità di viverla insieme, anche per le nuove generazioni.
  3. Di fronte a queste prospettive pure noi, membri del Consiglio Pastorale diocesano, sperimentiamo una certa inadeguatezza. Nel contempo percepiamo con gioia che lo Spirito del Signore sta aprendo davanti a noi una strada nuova. Consapevoli che è Lui a guidare la nostra Chiesa, vorremmo trasmettere questa gioia a voi giovani e adulti, presbiteri, diaconi, laici e consacrati, membri tutti dei Consigli Pastorali. A Lui affidiamo le nostre speranze e l’impegno di dare continuità al Cammino Sinodale, e anche le nostre incertezze, le nostre paure e preoccupazioni. A Lui chiediamo infine il dono di vivere con gioiosa disponibilità i passi che ci attendono.


Uniti nella fede e nel desiderio di conoscere e seguire il Signore, e di annunciarlo a tutti, vi auguriamo buon lavoro e vi salutiamo fraternamente.

Il Consiglio Pastorale Diocesano

 

Treviso, 28 giugno 2019

 

 

 

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